Una giornata per la festa della liberazione.
La scheda sul 25 aprile per conoscere la storia
Nell’anniversario della Liberazione, Rai Cultura ripercorre il 25 aprile attraverso una programmazione ricca di speciali e documentari su Rai Storia, con testimonianze di persone che hanno vissuto i fatti, ritratti di grandi personaggi della Resistenza, e filmati di repertorio, anche inediti, sulla guerra partigiana. Si comincia con ”Il Giorno e la Storia”, in onda alle 00.10 e in replica alle 08.30, alle 11.30, alle 14.00 e alle 20.30, che ricorda quando, il 25 aprile 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia ordina l’insurrezione generale di tutti i gruppi combattenti. A Milano, già in sciopero, arrivano i partigiani di tutte le zone circostanti. Il 30 aprile le truppe Alleate entrano in una città ormai libera. In Germania, nel frattempo, l’esercito russo e quello americano si congiungono sulle rive dell’Elba. Dalle 8.30 alle 20.30 il racconto di ”La lunga Liberazione” che, partendo dallo sbarco Alleato in Sicilia nel luglio del 1943, segue via via le tappe cronologiche e geografiche che hanno portato il nostro Paese alla liberazione dal nazifascismo e alla riconquista della libertà. Carlo Lucarelli ci accompagna in questa ”risalita” dal sud al nord attraverso le storie di uomini e di donne, di episodi poco noti o del tutto sconosciuti, che restituiscono il senso di un periodo straordinariamente intenso. Nel corso della giornata, alcuni interventi dello storico Giovanni De Luna, focalizzano i punti nodali di questi due anni di storia italiana, contestualizzando storicamente i filmati proposti. Per finire, alle 23.00 Rai Cultura dedica il documentario ”Milano in guerra”, alla storia del capoluogo lombardo durante il secondo conflitto mondiale. In primo piano la vita quotidiana dei milanesi in guerra: i bombardamenti, la fame, il razionamento, gli sfollati. E poi gli scioperi del marzo 1943, la caduta del fascismo, l’armistizio, l’occupazione nazista e il periodo della Repubblica Sociale Italiana. Uno dei periodi più tragici della storia d’Italia raccontato da- il documentario che Rai Cultura in onda lunedì 25 aprile alle 23.00 su Rai Storia. Tra il 1943 e il 1945 Milano rappresenta uno dei principali centri della lotta partigiana. Qui, dopo l’8 settembre, nascono le Brigate Garibaldi e la resistenza si organizza militarmente, ma la repressione nazifascista è durissima: arresti, deportazioni, torture e stragi. Attraverso filmati di repertorio, interviste, documenti inediti dell’Archivio Centrale dello Stato, e riprese nei luoghi della memoria (la Loggia dei Mercanti, Via Santa Margherita, Via Rovello, Piazza dei Piccoli Martiri, Piazzale Loreto) la storia di una città – Milano – Medaglia d’oro della Resistenza.
Con la festa della Liberazione si celebra la fine del regime fascista, dell’occupazione nazista in Italia e della Seconda guerra mondiale, simbolicamente indicata al 25 aprile 1945. È ufficialmente una delle festività civili della Repubblica italiana, e la data del 25 aprile venne stabilita nel 1949: fu scelta convenzionalmente perché fu il giorno della liberazione da parte dei partigiani delle città di Milano e Torino, ma la guerra continuò per qualche giorno ancora, fino ai primi giorni di maggio.
La fine della guerraNei primi mesi del 1945 i partigiani che combattevano contro l’occupazione tedesca e la repubblica di Salò nell’Italia settentrionale erano diverse decine di migliaia di persone, abbastanza bene organizzate dal punto di vista militare. Molti soldati occupanti, nel marzo del 1945, si trovavano a sud della pianura padana per cercare di resistere all’offensiva finale degli americani e degli inglesi, che iniziò il 9 aprile (in una zona a est di Bologna) lungo un fronte più o meno parallelo alla via Emilia. L’offensiva fu subito un successo, sia per la superiorità di uomini e mezzi degli attaccanti che per il generale sentimento di sfiducia e inevitabilità della sconfitta che si era diffuso tra i soldati tedeschi e i repubblichini, nonostante la volontà delle massime autorità tedesche e fasciste di continuare la guerra fino all’ultimo.
Il 10 aprile il Partito Comunista fece arrivare a tutte le organizzazioni locali con cui era in contatto e che dipendevano da esso la “Direttiva n. 16″, in cui si diceva che era giunta l’ora di «scatenare l’attacco definitivo»; il 16 aprile il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, di cui facevano parte tutti i movimenti antifascisti e di resistenza italiani, dai comunisti ai socialisti ai democristiani e agli azionisti) emanò simili istruzioni di insurrezione generale. I partigiani iniziarono quindi una serie di attacchi verso i centri urbani. Bologna, ad esempio, venne attaccata dai partigiani il 19 aprile e definitivamente liberata con l’aiuto degli alleati il 21.
Il 24 aprile gli alleati superarono il Po, e il 25 aprile 1945 i soldati tedeschi e della repubblica di Salò cominciarono a ritirarsi da Milano e da Torino, dove la popolazione si era ribellata e iniziarono ad arrivare i partigiani, con un coordinamento pianificato. A Milano era stato proclamato, a partire dalla mattina del giorno precedente, uno sciopero generale, annunciato alla radio “Milano Libera” da Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, allora partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale. Le fabbriche vennero occupate e presidiate e la tipografia del Corriere della Sera fu usata per stampare i primi fogli che annunciavano la vittoria. La sera del 25 aprile Benito Mussolini abbandonò Milano per dirigersi verso Como (verrà catturato dai partigiani due giorni dopo e ucciso il 28 aprile). I partigiani continuarono ad arrivare a Milano nei giorni tra il 25 e il 28, sconfiggendo le residue e limitate resistenze. Una grande manifestazione di celebrazione della liberazione si tenne a Milano il 28 aprile. Gli americani arrivarono nella città il 1° maggio.
La guerra continuò anche dopo il 25 aprile 1945: la liberazione di Genova avvenne il 26 aprile, il 29 aprile venne liberata Piacenza e fu firmato l’atto ufficiale di resa dell’esercito tedesco in Italia. Alcuni reparti continuarono i combattimenti ancora per qualche giorno, fino all’inizio di maggio.
La festaA guerra conclusa, un decreto legislativo del governo italiano provvisorio, datato 22 aprile 1946, dichiarò “festa nazionale” il 25 aprile, limitatamente all’anno 1946. Fu allora che, per la prima volta, si decise convenzionalmente di fissare la data della Liberazione al 25 aprile, giorno della liberazione di Milano e Torino. La scelta venne fissata in modo definitivo con la legge n. 260 del maggio 1949, presentata da Alcide De Gasperi in Senato nel settembre 1948, che stabilì che il 25 aprile sarebbe stato un giorno festivo, come le domeniche, il primo maggio o il giorno di Natale, in quanto “anniversario della liberazione”.
Il 25 aprile non è la festa della Repubblica italiana, che si celebra invece il 2 giugno (per alcuni anni, dal 1977 al 2001, fu trasformata in una festa mobile, la prima domenica di giugno): con riferimento al 2 giugno 1946, giorno in cui gli italiani votarono al referendum per scegliere tra forma di governo monarchica e repubblicana nel nuovo stato.
Anche altri paesi europei ricordano la fine dall’occupazione straniera durante la Seconda guerra mondiale: Olanda e Danimarca la festeggiano il 5 maggio, la Norvegia l’8 maggio, la Romania il 23 agosto. Anche l’Etiopia festeggia il 5 maggio la festa della Liberazione, anche se in quel caso si tratta della fine dell’occupazione italiana (avvenuta nel 1941).
fonte:
http://www.tribunapoliticaweb.it/news-in-e...rtorio-inediti/